I miei cinque talenti mancati

18.04.2019

Ciao amici! Come state?

È da un po' che non scrivo qualcosa, perciò nel dubbio di non esserne più capace, nonché nel tentativo di distrarmi dai mille pensieri che affollano la mia testolina bacata, condivido con voi un improvvisatissimo post su quelli che da sempre avrei voluto fossero i miei talenti, ma la vita aveva altri piani.

1) Canto

Da bambina il mio cartone animato Disney preferito era "La bella addormentata nel bosco"; in particolare adoravo la fatina verde (quella meno utile di cui ora non ricordo il nome) che, nel momento di porgere il proprio omaggio alla piccola Aurora, le fece il dono del canto. Sono sempre stata gelosa di quel regalo, lo ammetto. Io amo cantare ma, per dirla nella maniera più onesta possibile, sono stonata come una campana. Soprattutto, ho una capacità di andare a ritmo tutta mia. Tipo che potrei trasformare una canzone famosissima in tutto il mondo in qualcosa di assolutamente irriconoscibile. Un po' di anni fa su Italia 1 trasmettevano "Operazione trionfo", una sorta di competizione canora condotta da quel figo di Miguel Bosè, che poi si rivelò un flop colossale tant'è che fecero un'edizione sola. Il mio sogno, comunque, era quello di parteciparvi. Ricordo che nei miei pomeriggi pieni di vita, esattamente come i concorrenti del programma, mi esercitavo cantando i testi delle canzoni. Il mio pezzo forte era "Un'emozione per sempre" di Eros Ramazzotti. Che dire...acuto dopo acuto, ho capito che quella non era la mia strada. Adesso, per la salvaguardia di tutti, mi limito a cantare in macchina, da sola, con i finestrini rigorosamente alzati. Però il desiderio di diventare la nuova Tina Turner, giusto per non essere troppo ambiziosa, mi è rimasto un po' nel cuore.

2) Disegno

Alle medie il nostro prof di artistica ci diede come compito quello di raffigurare una foglia al centro di una pagina bianca e riempire gli spazi vuoti intorno utilizzando diversi colori a tempera. Il mio voto fu "ottimo" per la creatività e "insufficiente" per l'esecuzione. Non sono mai stata molto brava a disegnare, anche se mi sarebbe piaciuto. Il massimo che riuscivo a fare era  riprodurre immagini di Diddle (chi è nato negli anni '80 saprà di cosa parlo) ovunque. Per un periodo ho avuto proprio la fissa per quella specie di topolino bianco, da i piedi e le orecchie enormi. Tuttavia le mie abilità artistiche non sono mai andate oltre. Peccato. Mi ci sarei vista bene a dipingere ritratti, come una pittrice francese, girando per le piazze con il mio blocchetto sotto braccio. Per dirla nella maniera dei buddisti, sarà per la prossima esistenza.

3) Make up

Sempre per rimanere in tema, invidio da morire quelle ragazze che in dieci minuti sanno truccarsi con risultati più che decenti. Soprattutto per chi riesce a mettersi l'eye-liner con estrema naturalezza, quasi fosse un gesto spontaneo quanto alzare la forchetta per fiondarsi su un piatto di caserecce al ragù. Ecco, io in quest'ultima cosa sono bravissima. Ma a truccarmi mi reputo davvero imbranata. Quando ho poco tempo, mi accontento di quello che viene; ma se sono in anticipo e ho voglia di strafare perché "la volta prima sono riuscita a farmi il ricciolo e quindi devo farcela anche ora" è la fine. Da in orario quale sono finisco, spesso, inevitabilmente in ritardo nel tentativo di tracciare la "riga nera perfetta" (della fatica per mettere il rossetto senza sembrare Moira Orfei neanche parlo), con annesse crisi d'isterismo per l'essere nata donna. Se poi sono già nervosa, come spesso mi succede in quanto ansia dipendente, ciaone proprio. 

4) Lingue straniere

Sono sempre stata una frana in inglese, francese e qualsiasi altro idioma straniero proviate a farmi studiare. Io amo l'italiano, che è a mio parere la lingua più poetica ed espressiva del pianeta. Peccato che non serva a un cazzo (a proposito di poesia). So che per molti in questo momento io stia dicendo una blasfemia, ma mi piacerebbe proprio capire su quale base sia stato deciso che debba essere l'inglese il linguaggio di comunicazione internazionale. Perché bisogna dire "food" e non "cibo"? Oppure "landscape" e non "panorama"? E ancora "caption" anziché "didascalia"? Tutte espressioni ovviamente prima cercate su Google Translate per essere sicura. Ecco, io questo non riesco a comprenderlo. Però, visto che va così, mi sarebbe piaciuto riuscire a capirci qualcosa di lingue straniere, invece di fare la faccia da pesce lesso appena qualcuno pronuncia una parola in inglese. Giusto per non vivere completamente isolata dal mondo. E non avere il repertorio limitato a due/tre vocaboli, tipo "hello" e "sorry" (che, tra l'altro, mi fa sempre venire in mente la canzone di Justin Bieber e i bei tempi in cui mi sentivo giovane anch'io). 

5) Sport

Ho lasciato questo talento per ultimo perché, negli anni, è quello che mi ha creato più problemi, facendomi spesso sentire una mentecatta. Se infatti per l'inglese non sono mai stata portata, ma in qualche modo me la cavavo, l'educazione fisica è l'unica e sola materia che riusciva a mettermi proprio terrore. Le rare lezioni che mi piacevano erano quelle di teoria. Giocare a pallavolo per me era una specie di incubo a occhi aperti. Per non parlare di quando facevamo aerobica. Un bradipo era di sicuro più coordinato di me. I miei hanno tentato di farmi appassionare allo sport fin da quando andavo all'asilo, iscrivendomi prima di tutto ad un corso di ginnastica ritmica dove mi veniva da piangere ogni volta che era il mio turno di fare la capovolta. Poi provai con il basket, ma anche lì, mi sfuggiva la regola per cui se qualcuno ti passa la palla tu dovresti prenderla e, perché no, fare punto. L'unica attività che ho praticato per qualche annetto è stata il Karate. Tuttavia, alla lunga, la mia goffaggine ha prevalso e mi sono stancata pure di quelloChissà dove sarei potuta arrivare (o quale arto avrei potuto rompermi) se avessi continuato...

Con lo "sport" concludo questo breve elenco dei miei talenti mancati. Ce ne sarebbero ancora, ma per il momento preferisco fermarmi qui per non apparire troppo sfigata. Continuerò la mia lista magari un'altra volta. 

Voi avete qualcosa che vi sarebbe piaciuto fare ma per il quale non siete portati?

Vi mando un bacino,

Alenka

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