Quando finisce un amore

11.11.2018

Buon pomeriggio a tutti/e!

Vi scrivo in questa piovosa domenica di novembre, che sa di inverno più di quanto vorrei. È da molto tempo che non prendo in mano il blog, nonostante avessi promesso (a voi e a me stessa) che qui avremmo trovato una sorta di "casa". Purtroppo, come già il titolo fa intuire, non è un periodo facile. I miei "ultimi venti" non sono cominciati proprio nel migliore dei modi. Vi avevo lasciati con una riflessione sulle differenze fra l'innamoramento a venti e a trent'anni e, ragionando con il senno di poi, probabilmente quell'articolo non era altro che una paraculata del mio inconscio, il quale si stava preparando al peggio. Il tipico "sesto senso" che - mortacci sua! - nove volte su dieci ci azzecca. Anche se poi non si è mai davvero pronti a quegli avvenimenti che, dall'oggi al domani, ti stravolgono la vita, facendoti crollare tutte le certezze che pensavi di aver costruito (questa però è un'altra storia, magari ve ne parlerò in un prossimo post...). Oggi, senza addentrarmi esageratamente negli scontati e tristi cliché di quando si chiude una storia (perché, si sa ed è inutile negarlo, è una merda), vorrei raccontarvi come sto vivendo la condizione di "ex". La parola non mi è mai stata simpatica, ma mi tocca usarla.

È subito necessaria una premessa: non so voi, ma io sono la classica ragazza che si affeziona anche agli oggetti. Se non trovo più un paio di calze, per intenderci, ci rimango male. Anni fa, non chiedetemi come abbia fatto, bruciai accidentalmente le zampe del mio animale di peluche preferito, un maialino della Trudy che ancora oggi conservo con gelosia, e piansi come una disperata per giorni. Mia mamma, tanto carinamente, tagliò i piedi di un pupazzetto del mio cane e li impiantò sul mio maialino, che adesso è grigio/rosa con due protesi azzurre. Ogni volta che lo guardo, non riesco a fare a meno di pensare a questa storia tragicomica. Immaginate quindi cosa possa significare per me l'essere mollata.

Una prassi che non sopporto sono le frasi, anche se dette a fin di bene, del tipo "Adesso esci e divertiti, vedrai che presto ne troverai un altro". Come se le persone si potessero sostituire nello stesso modo in cui si fa con i maglioni vecchi e usati, che basta andare al negozio ed il gioco è fatto. Sicuramente puoi trovarne uno più bello, che ti calzi anche meglio, ma quello era il tuo maglione. Quando lo indossavi ti sentivi protetta e al sicuro da tutto. So che non esistono tempistiche per guarire le proprie ferite, per alcune ci vuole poco tempo mentre per altre non basta una vita intera. Tuttavia (senza voler dare giudizi a nessuno) non sono mai riuscita a comprendere più di tanto chi conclude una relazione importante, magari durata qualche anno, ed è già pronto a rimettersi in gioco perché adesso "si è single". Certo, a volte ci si lascia proprio per questo, perché uno dei due ha maturato di nuovo il bisogno di divertirsi. Senza più le rotture di palle e le complicazioni che lo stare con qualcuno comporta, eccetera eccetera... Ma tu con quella persona fino a ieri ci hai dormito, ti sei confidato sulle tue paure più intime, le hai detto "ti amo". E, se è vero che tutte le cose, anche quelle più belle, possono finire, d'altra parte credo sia anche giusto dare un valore a ciò che si ha vissuto. 

Con questo non voglio dire che ci si debba chiudere in casa e smettere di interagire con il resto del mondo, ma - tranne che sia stato commesso qualche torto grave per cui 'sti cazzi - almeno dimostrare un minimo di dispiacere. Un minimo di amore, anche quando la storia d'amore finisce. A prescindere che la decisione sia stata presa o, ahimè, subita senza avere alcuna voce in capitolo. Altrimenti mi verrebbe spontaneo pensare a due opzioni: o siete stati finti e, mentre dicevate di stare bene insieme, in realtà volevate essere da un'altra parte. Con qualcun altro, tanto è uguale. Oppure siete bravissimi a dimenticare e, in tal caso, beati voi. Insegnatemi come si fa, per piacere. Perché io, per la cronaca, non ho dimenticato nemmeno quel bambino dell'asilo che il giorno prima giocava a essere il mio fidanzatino e quello dopo non mi si filava di striscio. Quindi, cari "ex", non pretendete per sentirvi più liberi che ci scordiamo di voi e di tutte le promesse, dei vostri "ti regalerei perfino la luna se potessi" in un attimo. La luna, alla fine, non ce l'avete regalata; ce l'avete solo fatta credere. E un po' ora fa male, cercate di capire.

Che poi chissà cos'è che ci fa soffrire di più: se il non essere stati capaci di tenersi stretti chi avevamo accanto (perché è questo che si pensa) o l'aver deluso le proprie aspettative verso sé stessi. Quante cazzate abbiamo fatto, che avevamo sempre giurato di non fare. Quante volte abbiamo permesso all'insicurezza di prendere il sopravvento sulla nostra parte razionale, facendoci diventare delle "fidanzate psicopatiche" - che sul web fa ridere, ma poi nella realtà non più di tanto. Adesso ci sentiamo in colpa, intrappolate in quel turbinio di "se" e "ma" che non ci fa dormire la notte: "se fossimo state meno pesanti lui non si sarebbe stancato" oppure "se quella volta avessimo detto a invece che b staremmo ancora insieme" e via dicendo. Questo mood, purtroppo, non serve a nulla. Se non ad angosciarsi ulteriormente. Gli errori li commettiamo tutti ed è giusto assumersi le proprie responsabilità, certo, ma senza rimproverarsi con eccessiva durezza. Ci abbiamo messo il cuore? Bene, questo è l'importante. Oltretutto bisogna considerare che il mondo è pieno di uomini e donne che vogliono innamorarsi, ma tra quello e il costruire un rapporto ci passa un abisso. Molte lezioni, come succede sempre, si imparano dopo. Altre non si imparano mai. E, comunque, si sbaglia sempre in due.

Come fidanzata, forse, non ero preparatissima, ma come ex continuo semplicemente a vivere la mia vita. Esco, vado al cinema e qualche volta a ballare. Faccio le cose che facevo prima, combino i miei soliti casini, con la sola differenza che adesso non ci sei più tu a cui posso raccontare tutto. In un aspetto sono cambiata: non penso più al futuro. Vivo giorno per giorno. E rido un po' meno, questo sì (del resto, mi piaceva ridere con te). Non cerco apposta qualcun altro di cui invaghirmi a sforzo o da usare per andare avanti. Assecondo i miei umori e stati d'animo, anche se spesso sono a terra. Magari comincerò a praticare qualche hobby, tipo un corso di recitazione che è un'arte che fin da piccola mi ha sempre affascinata (i telefilm americani mi hanno segnata più di quanto credessi, lo so). Magari farò qualche viaggio e andrò a visitare quei posti che mi sarebbe piaciuto vedere insieme, allungando la nostra lista. Ma nel complesso sono sempre la stessa. La stessa, senza di te. 

E voi invece? Che tipo di "ex" siete?

Un bacino,

Alenka

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