Sfortuna o certezza?

17.07.2018

Ehi, come state?

Oggi è una bella giornata di sole, fa un caldo atroce e, come sempre, ho sbagliato a vestirmi: pantaloni neri, camicetta e stivaletti. Ormai c'ho fatto il callo ad indossare vestitini o scarpe da tennis bianche solo quando piove.

Mentre ragionavo, ironicamente, su quanto la vita possa essere beffarda, mi sono ritrovata a pensare alle innumerevoli prove da superare che ognuno di noi ha trovato (e trova ogni giorno) sul proprio cammino.

Quante volte vi sarà capitato di pensare "questa deve essere l'ultima, per forza" oppure "le sfighe non possono capitare tutte a me" e invece poi, senza nessuna apparente motivazione, sembra capitino davvero tutte a te.

Nel mio periodo risalente più o meno a tre anni fa, quando decisi che volevo "fare esperienze" (di che tipo magari lo approfondiremo più avanti), entrai su consiglio di un'amica in un gruppo buddhista. Ci riunivamo una sera alla settimana a casa di una signora che praticava questa religione da anni e lì pregavamo, ci confrontavamo e trovavamo (o, almeno, io trovavo) conforto per tutte le nostre disgrazie. Per me era diventata una sorta di terapia di gruppo, con il vantaggio che non dovevo pagare e non c'era nessun lettino scomodo su cui sdraiarsi.

Dopo un annetto circa preferii abbandonare perché la parte in cui dovevo pregare al mattino appena sveglia, e la sera prima di addormentarmi, non riusciva proprio ad entrarmi in testa. Tuttavia avrò sempre un bel ricordo di quel periodo e dell'insegnamento che mi ha lasciato.

Tralasciando che quello è stato il momento in cui ho letteralmente "stravolto la mia vita" (non so se per merito dell'energia buddhista o meno), avevo acquisito un approccio alle cose del tutto differente. Era come se sapessi finalmente da che parte andare e, anche se all'epoca ero una ragazza totalmente incasinata, questo non mi preoccupava. Dentro di me sapevo che quel casino mi sarebbe servito per raggiungere la mia meta, qualunque essa fosse. Le famose prove, quelle "non è possibile che capitino tutte a me", erano più che altro degli ostacoli da superare.

Ad oggi la mia quotidianità è molto più ordinata e tranquilla; tuttavia, devo ammetterlo, mi manca parecchio quel modo spensierato e un po' folle di vivere. Probabilmente è stato il periodo in cui, più di tutti, mi sono sentita me stessa. Senza la perenne paura di sbagliare - che poi, lo sappiamo bene, è ciò che ti fa fare gli errori peggiori (per rimanere in termini civili).

Al di là di queste divagazioni nel sentiero fatiscente dei ricordi, di una cosa posso dire di essere certa: dobbiamo farcene una ragione perché non ci sarà mai un tempo in cui avremo veramente esaurito tutte le sfide a nostra disposizione!

Un po' come quando esci di casa perfettamente agghindata, però poi inciampi nell'unica buca nel raggio di chilometri e ti rompi i collant. Magari quelli nuovi, super leggeri, ma pagati un occhio della testa perché per una sera "volevi essere fashion". Oppure quando lavi la macchina e inevitabilmente, subito dopo, viene giù il diluvio universale. O, ancora, l'incidente in tangenziale quando sei in ritardo.

Sono tutte certezze della vita e l'unica cosa che possiamo fare è cercare di affrontarle al meglio. Magari con un bel pianto liberatorio ogni tanto, per poi ricominciare.

E voi invece come affrontate le vostre prove? Vi andrebbe di condividere qualche vostra esperienza?

A presto,

Alenka

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