Si può amare una seconda volta (?)

11.08.2020

Ho sempre pensato di no. Che ognuno di noi ha diritto ad una dose limitata d'amore per ogni vita, e che la mia l'avessi già ̶s̶p̶r̶e̶c̶a̶t̶a̶ consumata tutta. Ho scritto sprecata inizialmente, ma poi mi sono subito corretta. In realtà credo di non aver sprecato nulla. Circa un annetto fa un cameriere di un bar di Milano in uno di quegli incontri rivelatori, tipici dei film americani, mi diede uno dei quei consigli altrettanto rivelatori, qualcosa del tipo (è passato del tempo quindi non ricordo le parole esatte) "non importa ciò che ti tornerà indietro, l'importante è che tu sia fedele a te stessa e a ciò che provi". Adesso posso esclamare con certezza, ed anche un lieve senso di liberazione, che il cameriere del bar di Milano avesse ragione. 

Io sono sempre rimasta fedele a me stessa, nel bene e nel male. Questo molte volte mi ha portata a soffrire di più del normale (che poi non credo esista un parametro di "normalità" per indicare la sofferenza, non esiste in generale). Ma sti cazzi. Voglio dire, evidentemente mi serviva sentirmi così. 

Un po', sicuramente, dipende anche dal proprio background culturale; il mio, volente o nolente, è sempre stato di stampo romantico. Ed essere romantici significa, fra le altre cose, trovare un nonsoché di poetico nel tormento amoroso. Nello struggersi per qualcuno che non ci vuole, o ci vuole a metà, o non ci vuole abbastanza. Fate voi. Il senso alla fine è lo stesso. Oltre al fatto che rischi di costruirti una serie di convinzioni platoniche, senza dubbio belle per scriverci una poesia o una canzone, ma deleterie quando si tratta della vita reale. 

A me, come è facilmente intuibile, piace scrivere, seppur non sia una poetessa. Però mi piace anche vivere. E con vivere intendo provare emozioni, quelle che ti fanno sentire le farfalle svolazzare nella pancia e devi un attimino fermarti a riprendere fiato, altrimenti poi prendi il volo anche tu. Quelle che ti fanno ridere come una cretina, senza un motivo apparente, e brillare gli occhi. Un po' come quando arriva il fattorino con le pizze e non puoi fare a meno di rivolgergli uno sguardo felice e sorridente. Questa mi sembrava la metafora più azzeccata per far cogliere a tutti il concetto. Del resto anche la pizza è poesia.

Ormai ero sicura che certe sensazioni non le avrei mai più provate. Pensavo che il mio cuore fosse diventato solo un muscolo piccolo e arido, incapace di qualsiasi slancio affettivo. E mi stava anche bene così. Invece poi, senza che tu l'abbia cercato, accade qualcosa. Una goccia d'acqua in mezzo al mare. Un girasole in un campo immenso di girasoli all'apparenza identici, ma in verità diversi. E tutto riprende luce. 

Ad oggi, a questa domanda, rispondo di sì. Sì, si può amare una seconda volta. Esattamente come se fosse la prima, magari anche di più.

Questo post avevo cominciato a scriverlo una decina di giorni fa, spinta anche da un impeto piuttosto convinto, ma poi mi ero interrotta qui. Ciò perché ad un certo punto, mentre mettevo nero su bianco le parole che sentivo dentro, mi è presa una paura fottuta. Io, ve lo dico sinceramente, non sono sicura di volermi innamorare per la seconda volta. Ricordo ancora bene il rumore del cuore quando si spezza, e non è una bella sensazione. Ricordo i pianti, le ansie, la paura di non essere abbastanza. Che, sebbene in questi ormai quasi due anni da single credo di aver notevolmente migliorato la mia fiducia in me stessa grazie ad un duro e profondo lavoro costato non poco, a me l'amore rincoglionisce. Ed io non voglio ridurmi in certe condizioni mai più.

Purtroppo, non ce ne sono di balle, affidare la propria parte intima a qualcuno è sempre un rischio. Io ho imparato tanto stando da sola, cosa più importante a lasciare andare le persone. Tuttavia, negli affari amorosi non ci sono garanzie di successo: puoi fare anche tutto giusto, eppure il pericolo di finire nei fascicoli "era meglio quando eravamo solo amici" oppure "mi piaci ma non sono pronto ad impegnarmi" e ancora "non ho dimenticato la mia ex" è continuamente dietro l'angolo. Che poi fare tutto giusto è pressoché impossibile, per cui.

L’eventualità di commettere qualche errore è sempre presente, in qualsiasi relazione. Se sei “troppo sul pezzo”, ad esempio, potresti sembrare la classica palla al piede di cui ci si stanca subito; al contrario, se lasci all'altra persona troppo spazio, l'impressione potrebbe essere quella che non te ne freghi niente.

Io, come dicevo sopra, ho imparato a lasciare andare (o almeno credo). Dopo anni passati ad inseguire rospi nella speranza che si tramutassero in principi, ho deciso che era arrivato il momento di buttare nel bidone dell'immondizia le scarpe da scorsa, ormai decisamente troppo consumate e logore. Il problema è che adesso i miei piedi sono diventati due zavorre e fare anche il minimo passo avanti mi pare uno sforzo immane. Il timore è quello di cominciare a camminare e prendere via via sempre più velocità, senza poi essere più in grado di fermarmi, finendo per sbattere la testa contro il muro dell'amara disillusione.

Insomma, è tutto un gran casino. L'amore è un gran casino. O forse no. L'amore in realtà è un sentimento puro e meraviglioso. Sono le persone con le loro infinite fobie e pippe mentali a renderlo complicato e fragile.

Per tornare alla domanda iniziale, confermo nuovamente il concetto: sì, si può amare una seconda volta. E con la stessa paura della prima, forse anche di più.

Dunque, a questo punto della storia, mi sorge spontaneo un altro quesito: ne vale la pena? Per un momento di felicità (si spera anche più di uno ovviamente), vale la pena di sorbirsi pure tutto il resto? Onestamente, non lo so. Per il momento mi riservo la facoltà di non rispondere, conservando questo dubbio magari per un futuro post, quando avrò le idee un po' più chiare.

Bene. Ritengo di aver parlato abbastanza per oggi, quindi vi saluto con un forte forte abbraccio. Alla prossima.
 

L’eterna romantica, un po’ indecisa,
A
lenka

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