Un anno dopo

Ciao amici! 

Vi scrivo più o meno a un anno di distanza dall'apertura di questo blog. Tutto è cominciato per caso, nella tipica mattinata di calma piatta al lavoro. Oggi mancano una ventina di giorni alle ferie: quest'estate andrò in Grecia insieme ad una mia cara amica e sono già abbastanza in ansia perché prenderò il mio primo volo da sola, con scalo notturno a Vienna. Perciò, nel rischio di perdermi e finire chissà dove, considerando la mia totale assenza di senso dell'orientamento e una conoscenza alquanto scarsa della lingua inglese, mi sembrava carino salutarvi :P 

Che poi, in verità, questo forse è un post che scrivo più per me, a mo' di piccolo bilancio, con la speranza comunque che possiate rispecchiarvi in esso e ritrovare qualcosa di voi stessi, che era un po' lo scopo iniziale del blog. 

Non c'è mai stata una vera "linea conduttrice". Nella scelta degli argomenti ho seguito principalmente il mio umore (infatti avrete di sicuro capito che non sono proprio l'emblema della positività). Come in quella mattina, in cui ero alla ricerca di una scappatoia dalla monotona routine. In un periodo statico dove, dopo essermi sistemata dal punto di vista lavorativo (più o meno) e volendo portare la mia vita ad uno step superiore, ma non avendone concretamente la possibilità, sentivo la necessità di fare qualcosa per me che mi aiutasse a sentirmi appagata. Così, senza troppe aspettative, composi il mio primo "articolo", che tra l'altro ho eliminato accidentalmente mesi dopo, in un maldestro tentativo di migliorare la grafica di questa sorta di diario virtuale condiviso.

Avevo detto che sarei stata costante nel mio impegno, e c'ho provato. Anche se mi rendo conto di non essere riuscita a mantenere totalmente la promessa. Del resto, per scrivere, servono emozioni da raccontare. Ed è difficile trovarle quando tu ti sei persa; quando le cose che ti piaceva fare sono ormai dei ricordi di una vita lontana, che non ti sembra neanche di aver vissuto davvero. 

Sono stata convinta fin dall'adolescenza che vivere senza amare non avesse senso. Ho fatto dell'amore il mio spirito guida. Però, nel tempo, ho dato così tanto a questo sentimento e, soprattutto, ho permesso all'amore di portarsi via così tanto di me che, ad oggi, vedo tutto con occhi diversi. Quello che temo, ora, è di non riuscire ad innamorarmi più. Non come piace a me, almeno. O, per dirla meglio, come piaceva alla me di prima. Una persona che probabilmente, se incontrassi per strada, non riconoscerei. Anzi, mi volterei dall'altra parte con espressione accigliata e pensando che tutte quelle fantasie romantiche non sono altro che cliché stucchevoli di chi è cresciuto guardando troppi telefilm americani. Ciò per celare l'invidia di chi invece è rimasto deluso dalla cosa in cui sperava di più.

L'ultimo anno, per quanto mi riguarda, è trascorso così. Un andare avanti senza una meta. Senza un posto esterno da poter definire "casa" e in cui perdermi per sentirmi al sicuro. La mia casa, quest'anno, sono stata io. Io che ho sempre avuto la sensazione di non fare abbastanza. Io che mi sono sempre appiccicata addosso mille mancanze, senza chiedermi se mi appartenessero sul serio. 

Da tutta la vita sono in attesa della svolta, quella che mi farà credere di aver finalmente trovato il mio posto nel mondo, perché una parte di me è convinta di essere indirizzata verso qualcosa di straordinario. In ogni caso, non avrò fatto il "grande salto" per il momento, va bene, ma ero lì a tendermi la mano dopo ogni amara caduta. E non sono state poche (letteralmente e metaforicamente). Perciò vorrei dire grazie a me stessa, con cui litigo spesso, troppo. Grazie per non avermi mai abbandonata, nonostante le volte in cui sarei dovuta stare al tuo fianco e non ne sono stata capace. Migliorerò, te lo prometto. Imparerò ad amarti di più, come meriti. In fondo la storia d'amore più importante dobbiamo prima di tutto viverla io e te. 

E voi? C'è qualcosa che vorreste dirvi?

Vi abbraccio forte! A presto (o tardi, chi lo sa).

Alenka