Ho imparato che... Due anni dopo

09.06.2022

Ho imparato che, probabilmente, quando avevo scritto il primo post Ho imparato che... con questo titolo non avevo imparato poi così tanto. Anche se in quel momento ero convinta di sì.

Ho imparato a fare le lavatrici, a pagare le bollette, a farmi la spesa quando il frigo è vuoto. Ho imparato a rifare il letto tutte le mattine, prima di uscire (o almeno ci provo se non sono troppo in ritardo).

Ho imparato a sbrigare quelle telefonate "da grandi" con le banche e le compagnie energetiche. Questo me lo sarei volentieri risparmiata ma, ahimè, crescere comporta più oneri che benefici.

Ho imparato a sbucciare la frutta. Solo le pesche, che sono l'unico frutto che mangio. 

Ho imparato a mettere almeno un filo di eye-liner prima di mostrare la mia faccia, affaticata da troppe poche ore di sonno e troppe ore di Netflix, al mondo. Non ho imparato ad andare a dormire presto, insomma. 

Ho imparato a struccarmi (quasi) tutte le sere e ad usare la crema idratante, sperando che ciò mi consenta di rallentare, almeno un pochino, l'inevitabile decadimento della mia pelle. 

Ho imparato finalmente chi è "A" e che non aver mai visto prima "Pretty Little Liars" mi aveva resa, per tutto questo tempo, un po' fuori da mondo senza saperlo.

Ho imparato che le amicizie, dopo i trent'anni, cambiano. Se prima si usciva a cena o a fare l'aperitivo, ora "ci si vede per colazione". Se tutto va bene. 

Ho imparato che, più si va avanti, più è difficile accontentarsi. Che le persone con cui si ha davvero piacere di trascorrere il proprio tempo sono sempre meno. Nel senso che non basta più avere qualche gusto in comune (del tipo "ti piace pistacchio? oddio anche a me!!1!1!!" e subito BBF) per intavolare una conversazione che si riveli davvero appagante. 

Ho imparato che, ad un certo punto, serve una vera e autentica condivisione delle esperienze oltre che delle esigenze. E quella è sempre più difficile da trovare se, appunto, non ti vuoi accontentare. O magari, più semplicemente, hai un carattere di merda.

Ho imparato che alle "belle persone" non necessariamente accadono cose belle e alle "brutte persone" non per forza succedono cose brutte. Detto questo, io non ritengo di appartenere a nessuna delle due categorie.

Ho imparato a dare senza chiedere, ad amare senza aspettative. Anzi, ho sviluppato così tanto questo lato che forse, ora, dovrei imparare di nuovo che cosa significhi aspettarsi qualcosa da qualcuno.

Ho imparato a non programmare più il futuro dopo che tutti i miei piani sono saltati.

Ho imparato a non dire più le parole "sempre" e "mai" perché cose che credevo sarebbero durate per sempre sono, inevitabilmente, finite, e cose che ero convinta non avrei mai fatto, beh, alla fine le ho fatte.  

Ho imparato che la vita non è infinita e, anche se questa cosa l'avevo sempre saputa, scoprirlo così duramente e in maniera tanto tangibile, mi ha tolto qualsiasi altra certezza.

Ho imparato che i petali rosa, purtroppo, non torneranno più (questa so che non la capirete).

Ho imparato che tutto, alla fine, si riduce a colui o colei a cui pensi dopo che hai avuto una giornata di merda. E sei fortunat* se anche quella persona pensa a te al termine della sua. Altrimenti, beh, mi dispiace parecchio perché comprendo quando faccia male. 

Ho imparato ad accettare le ripetizioni, per cui non mi struggerò per aver utilizzato due volte la parola "merda" (questa è la terza). Che, comunque, aiuta sempre a rendere bene i concetti. Infatti ne ho ripetute sicuramente molte altre, ma nessuna risalta come quella. Però la perfezione non esiste. E sprecare la propria esistenza andando alla ricerca di qualcosa che non c'è, vuol dire vivere noi stessi in maniera irreale. 

In compenso, non ho ancora imparato a non allineare le ciabatte prima di andare a dormire. Mi piace tenere sotto controllo quello che posso, quando posso.

Ho imparato che... Non ricordavo più come si pubblicasse un articolo su questo blog. Avevo rimosso persino la password che ho dovuto reimpostare. Non credo che scrivere qui tornerà ad essere un'abitudine, anche perché in questo spazio non mi riconosco più. Non riconosco la ragazza che l'aveva creato perché si annoiava al lavoro, fra documenti e analisi chimiche che non ha mai capito, e che sognava una vita alla Sex and the City

Sono cambiate tante, troppe, cose che non starò a raccontare perché alla fine è ciò che capita a tutti. Chi più, chi meno. Forse avevo semplicemente bisogno di regalarmi un momento per me, che fosse costruttivo, e fare un po' di ordine in mezzo a mille pensieri discordanti fra loro. E questo è il metodo che ho sempre preferito.

Non so se ci risentiremo ancora ma, come ho scritto, "mai dire mai" quindi... Chi lo sa.

Per adesso vi saluto con un grande abbraccio, che male non fa.

Alenka

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